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Kenneth ha sessantacinque anni, vive a Copenaghen e soffre di malattia polmonare cronica ostruttiva, oltre che di un’insufficienza cardiaca cronica. Progetta di trascorrere 10 giorni a Barcellona con la sua famiglia, ma è preoccupato per un possibile peggioramento delle sue condizioni fuori confine.
È questo un esempio dell’impatto sociale che il progetto Konfido, recentemente partito con un finanziamento di quasi 5 milioni di euro nell’ambito del Programma Horizon 2020, punta a generare. L’obiettivo è creare un paradigma per l’e-health condiviso a livello europeo superando le barriere nazionali tra i diversi sistemi.
Il progetto, di durata triennale, riunisce, sotto il coordinamento dell’azienda inglese Exus Software Ltd, un ampio numero di partner industriali e scientifici tra cui, per l’Italia, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’informatica, le aziende Telbios e Bit4id, con sede rispettivamente a Milano e a Napoli, e la Fondazione Santobono Pausilipon.
Konfido punta a sviluppare una tecnologia sicura per l’immagazzinamento e lo scambio di dati utili nella gestione delle cure in modalità e-health, a livello nazionale e trans-frontaliero.
A questo scopo, il progetto adotta un approccio olistico, mirato a raggiungere tutti gli strati architettonici di un’infrastruttura informatica relativi all’archiviazione, diffusione, elaborazione e presentazione dei dati.
Le soluzioni saranno testate in un setup realistico, distribuito su un’infrastruttura cloud federata, in cui i dati saranno scambiati e i servizi interagiranno a livello trans-frontaliero.
I ricercatori raccoglieranno inoltre prove sperimentali per dimostrare che le soluzioni sviluppate offrono una protezione efficace anche contro gli attacchi da parte di software o utenti privilegiati.